Grazie alla sua predica efficace, alla sua indole umile e al suo inscalfibile misticismo, Antonio da Padova seppe propiziarsi il favore del popolo, che lo ribattezzò “martello degli eretici”, “taumaturgo” e “santo dei miracoli”. Qui ti raccontiamo alcuni dei suoi prodigi più famosi.
1. Il miracolo dell’avaro
Ritrovandosi al funerale di un uomo molto facoltoso, Antonio esclamò che non si poteva seppellire un morto senza cuore in un luogo consacrato. Così, una volta chiamati i medici, si scoprì che effettivamente il defunto non aveva il cuore che fu trovato nella cassaforte assieme a tutti i suoi quattrini.
2. Il miracolo di Ezzelino da Romano
Ezzelino da Romano — ghibellino dell’omonima fazione politica che in quegli anni spalleggiava l’imperatore del Sacro Romano impero contrapponendosi al Papa — catturò alcuni esponenti della fazione opposta dei Guelfi minacciando di giustiziarli. Ma Antonio gli ingiunse di convertirsi, e così fece.
3. Il miracolo del pesce
Andato a Rimini per predicare contro l’eresia, Antonio fu accolto dalla più completa indifferenza. Si diresse quindi alla foce del fiume Marecchia dove diresse la sua predica ai pesci esordendo con queste parole: "Dal momento che voi dimostrate di essere indegni della parola di Dio, ecco, mi rivolgo ai pesci, per confondere più apertamente la vostra incredulità".
Migliaia di pesci affiorarono sulla superficie dell’acqua per ascoltare le parole del Santo. E così le genti di Rimini videro il miracolo.
4. Il miracolo della mula
“Quando la mula si inginocchierà davanti all’ostia consacrata” fu la condizione dettata a Sant’Antonio da un eretico che rifiutava di convertirsi. Per assicurarsi la vittoria, il miscredente non diede da mangiare alla mula per tre giorni.
Quando arrivò il fatidico giorno, dovendo scegliere tra il mangime e l’ostia la mula si inginocchiò davanti a quest’ultima.
5. Il miracolo della visione
Nell’ultimo periodo della sua vita, Sant’Antonio si rifugiò a Camposampiero per rimettersi in forze dopo un’estenuante malattia. Il conte Tiso, suo amico e anfitrione del posto, gli costruì una piccola celletta nella foresta.
Avvenne una notte che Tiso vide una luce potente irradiarsi attraverso le fessure dell’uscio di questa piccola dimora. Pensando a un incendio, spalancò la porta per trovare una scena commovente: Sant’Antonio che, in estasi, teneva in un tenero abbraccio Gesù Bambino.
Festeggiamo questo santo straordinario il 13 giugno.
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